Spalla

Lussazione acromionclaveare

Tratto questa patologia nell’alto grado (vedi grado III e IV della classificazione di Rockwood), ovvero quando è francamente visibile il segno del tasto di pianoforte, a livello della clavicola. Il trattamento è totalmente artroscopico sia nei casi acuti che in quelli inveterati. Nei casi di lussazione cronica utilizzo un tendine di banca (da cadavere) per la ricostruzione dei legamenti e la sutura capsulare.

Chirurgia protesica della scapolo-omerale

La protesi di spalla è un intervento con indicazioni ristrette a forme di artrosi avanzate e molto sintomatiche, a fratture complesse o necrosi della testa omerale.

l’invenzione della protesi “inversa” di spalla ha permesso anche di mobilizzare attivamente la spalla a pazienti con lesioni irreparabili di cuffia. Quando è possibile, a questa tecnica, in pazienti con lesioni irreparabili di cuffia, preferisco la trasposizione tendinea del gran dorsale.

Questo intervento è meno aggressivo e più biologico della protesi “inversa”.

Chirurgia ricostruttiva della scapolo-omerale

Il trattamento artroscopico della spalla risolve da solo gran parte delle patologie post-traumatiche e parte di quelle degenerative articolari ad eccezione delle fratture. La ricostruzione dei tendini della cuffia dei rotatori è un intervento risolutivo nelle patologie di cuffia ma le indicazioni a questa ricostruzione dipendono dalla qualità dei tessuti da ricostruire, dall’età del paziente (gli insuccessi della ricostruzione dopo i 70 anni sono molto elevati), e dalla qualità dei muscoli corrispondenti.

La lussazione recidivante della spalla necessita di RMN con mezzo di contrasto articolare prima della decisione sul tipo di trattamento da eseguire.

Io prediligo il trattamento artroscopico quando è possibile perché mi permette di trattare le lesioni associate come le lesioni di cuffia o la lesione di Hill Sachs.

Prediligo il trattamento a cielo aperto rispetto a quello artroscopico (a cielo chiuso) se la lussazione avviene in un paziente con malformazioni o esiti di frattura della glena omerale.

La sindrome della spalla congelata o capsulite adesiva è l’incubo degli ortopedici. Non ha indicazione chirurgica almeno per 18 mesi dalla diagnosi e l’intervento viene proposto negli esiti che causano rigidità capsulare e particolarmente riduzione dell’articolarità.

Da alcuni anni ho iniziato a trattare questi pazienti con precursori mesenchimali da sangue midollare e più recentemente da tessuto adiposo con eccellenti risultati che sono in corso di pubblicazione. Ritengo che il controllo della sintomatologia e la risoluzione della patologia nei casi trattati dipenda dall’effetto anti-infiammatorio dei precursori e dalla capacità rigenerativa sulla superficie capsulare interna.